Per la Chiesa Cattolica la dichiarazione Nostra aetate del concilio Vaticano II ha costituito una fonte sempre viva per la promozione del dialogo interreligioso, soprattutto grazie alle parole e ai gesti che Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e papa Francesco hanno dedicato alla ricerca di sempre nuove strade per favorire una conoscenza diretta tra la Chiesa Cattolica e le religioni per superare pregiudizi, per combattere la violenza e per creare ponti di dialogo.
All’approfondimento del contenuto e della recezione di Nostra aetate la Fondazione Giovanni Paolo II ha dedicato una Giornata di Studio, Costruire i ponti. Un dialogo tra religioni e culture a 50 anni dalla dichiarazione Nostra aetate del concilio Vaticano II, che si è tenuta lo scorso 28 settembre, a Fiesole; delle molte relazioni di quella Giornata ne vengono pubblicate alcune in questo numero di «Colloquia Mediterranea»: le riflessioni del senatore Vannino Chiti sul rapporto tra ebraismo, cristianesimo e islam nel XXI secolo, le considerazioni di don Virginio Colmegna, a lungo stretto collaboratore del cardinale Carlo Maria Martini, su come costruire una cultura dell’accoglienza; la presentazione dello stato e del valore del dialogo tra culture e religioni in Toscana da parte di Simone Siliani, giornalista fiorentino da sempre impegnato nel dialogo interculturale; i ricordi autobiografici di Paolo Padoin, che è stato anche prefetto di Firenze; una riflessione sulla realtà del dialogo nell’uomo contemporaneo di Paolo Nepi, professore emerito dell’Università di Roma. Don Gianluca Blancini, prete della diocesi di Biella, presenta il rapporto tra la comunità di Taizé e gli Ebrei mentre don Valerio Muschi, presbitero della diocesi di Trieste, delinea la posizione di Benedetto XVI nei confronti del popolo ebraico.
A queste relazioni, sempre nella prospettiva di approfondire la dimensione del dialogo ebraico-cristiano e del dialogo tra la Chiesa Cattolica e le religioni, viene pubblicata la seconda parte di un’ampia ricerca, condotta da Tiziana Bertola, collaboratrice del Centro Studi per l’Ecumenismo in Italia, che passa in rassegna dei commenti alla dichiarazione Nostra aetate nella stampa periodica in Italia, offrendo così degli elementi per valutare la recezione del documento conciliare. Daniele Fortuna, docente all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Reggio Calabria, presenta, invece, la natura e i possibili sviluppi del dialogo ebraico-cristiano a partire dai capitoli 9-11 della Lettera ai Romani, mentre Ada Prisco, docente all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Foggia, passa in rassegna i «frutti» della dichiarazione Nostra aetate.
Gilfredo Marengo, ordinario di antropologia teologica presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su Matrimonio e Famiglia a Roma, autore di saggi storico-teologici sulla famiglia e sul concilio Vaticano II, presenta una suggestiva riflessione sull’enciclica Laudato sì di papa Francesco, mentre Letizia Caselli descrive le relazioni tra culture, comunità straniere e religione a Venezia nella prima età moderna. Infine Mirella Florian, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo della Val di Fassa, racconta, in italiano e in ladino, un interessante progetto di collaborazione tra gli studenti della Val di Fassa e di Betlemme, progetto che è stato possibile pensare e realizzare grazie alla Fondazione Giovanni Paolo II.
«La tenda di Abramo» ospita una riflessione di Teresa Scarso, dottoranda presso l’Università di Losanna, sulla guerra nella Bibbia, un tema particolarmente attuale, indicando delle chiavi di lettura che aiutano a comprendere cosa dice il testo e cosa si possa fare dire allo stesso testo; ne «La finestra sul Mediterraneo», Andrea Bonesso, collaboratore da lungo tempo del Centro Studi per l’Ecumenismo in Italia, parla dell’identità mediterranea, come elemento da approfondire per vincere quei pregiudizi che creano muri tra popoli e culture del Mediterraneo.
In questo numero viene proposto un nuovo testo dell’Associazione Italiana Docenti di Ecumenismo, che si accinge a celebrare la sua II Giornata di Studio, dedicata alla Riforma, alla vigilia del 500° anniversario della sua nascita (1517-2017), per contribuire alla rilettura e alla conoscenza della Riforma del XVI secolo in prospettiva ecumenica in modo da cogliere le ricchezze spirituali, culturali e teologiche così come auspicato anche da papa Francesco.
Infine viene pubblicato un ricordo del pastore Domenico Maselli (1933-2016), scomparso il 4 marzo, che ha dedicato tutta la sua vita al servizio della Chiesa Una, con i suoi studi sulla storia del cristianesimo, con le sue battaglie per la libertà religiosa, con la sua appassionata lettura delle Sacre Scritture, con la sua ricerca di dialogo tra religioni e le culture, tanto da essere considerato un «pioniere» del cammino ecumenico in Italia.