«I nostri pensieri sono rivolti a tutti i fedeli delle nostre Chiese nel mondo, che salutiamo, affidandoli a Cristo nostro Salvatore, perché possano essere testimoni instancabili dell’amore di Dio. Innalziamo la nostra fervente preghiera a Dio affinché conceda il dono della pace, nell’amore e nell’unità, a tutta la famiglia umana. “Il Signore della pace vi dia la pace sempre e in ogni modo. Il Signore sia con tutti voi” (2 Ts 3,16)»: con queste parole papa Francesco e il patriarca ecumenico Bartolomeo hanno concluso la Dichiarazione comune, firmata il 30 novembre, a Costantinopoli, nell’ultimo giorno del viaggio di papa Francesco in Turchia che ha segnato una tappa significativa nel dialogo ecumenico e interreligioso, con un’attenzione particolare all’impegno dei cristiani nella costruzione della pace in Medio Oriente, oltre che confermare la forte volontà di Roma e di Costantinopoli di proseguire sulla strada di una sempre più piena e visibile comunione.
Proprio al dialogo ecumenico tra la Chiesa Cattolica e il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli è dedicato il primo articolo di questo numero di Colloquia Mediterranea; l’autore, Carlo Pertusati, sacerdote della diocesi di Asti, docente presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, nella Sezione di Torino, impegnato in prima persona nel dialogo ecumenico, a livello locale e regionale, propone una lettura degli ultimi passi del dialogo tra Roma e Costantinopoli nell’orizzonte della proposta di una celebrazione ecumenica del 1700° anniversario del Concilio di Nicea (325-2025), mettendo in evidenza quanto rilevante sia stata l’opera di papa Francesco e del patriarca Bartolomeo nel rafforzare un dialogo ecumenico in grado di coinvolgere direttamente e pienamente le comunità locali. Cristiana Dobner, monaca carmelitana del Monastero di Concenedo di Barzio, autrice di numerosi interventi sul dialogo ebraico-cristiano, propone una riflessione proprio su un aspetto poco studiato, ma estremamente interessante in grado di illustrare quanto ricco possa essere il cammino del dialogo tra ebrei e cristiani nella riscoperta da un punto di vista teologico; si tratta di una rielaborazione della tesi di Master in dialogo interreligioso, discussa presso l’Istituto di Studi Ecumenici, dove ha potuto seguire le lezioni del Master grazie nella modalità e-learning. Sempre nel campo del dialogo ebraico-cristiano si colloca anche l’intervento di Teresa Scarso, che consiste nella seconda parte del suo ampio lavoro su Jesus and Jewish Prayer, la cui parte iniziale è stata pubblicata nel primo numero del 2014 di «Colloquia Mediterranea», con l’intento, espresso anche in questo numero, di alimentare una riflessione su un punto tanto qualificante non solo per lo sviluppo del dialogo ecumenico, radicato proprio sulla comune tradizione ebraica, e di promuovere una sempre migliore conoscenza delle vicende storico-teologiche del cristianesimo delle origini.
A questi contributi segue un testo del francescano Roberto Giraldo, docente di teologia ecumenica presso l’Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino di Venezia, del quale è stato per molti anni preside; in questo testo Giraldo presenta una riflessione sull’uomo nel tempo della crisi che stiamo vivendo, ponendo l’accento su come, proprio dalla situazione presente, segnata da tanta incertezza e timori, possa avere inizio una nuova stagione nella quale ripensare al ruolo dell’individuo in relazione con il mondo e con gli altri individui, nella riscoperta dei valori evangelici che sono stati, per troppo tempo, dimenticati e/o sottovalutati.
Per Una finestra sul Mediterraneo vengono proposti due contributi, rispetto alla voce solitaria alla quale è chiesto di introdurre un aspetto del Mediterraneo; si tratta di una scelta con la quale sottolineare quanto importante sia, soprattutto in questo momento storico, riflettere sull’oggi e sul domani del Mediterraneo, come luogo di dialogo, partendo da esperienze concrete. Il primo contributo è del francescano Ibrahim Faltas, vice-presidente della Fondazione Giovanni Paolo II, che partendo da un interessante convegno sulle città del Mediterraneo. Il convegno, che si è tenuto a Napoli il 28 ottobre, propone una riflessione sulle speranze e sulle potenzialità del Mediterraneo, in un tempo nel quale il cammino per la pace sembra essere messo in pericolo da tensioni e scontri armati in tanti luoghi del Mediterraneo. Il secondo è di Andrea Bonesso, membro del Comitato Scientifico della Fondazione Giovanni Paolo II, attivo collaboratore del Centro Studi per l’Ecumenismo in Italia di Venezia; in questo intervento Bonesso, che è autore anche di numerosi contributi sui paesi del Mediterraneo pubblicati sulla newsletter «Voci dal Vicino Oriente» della Fondazione Giovanni Paolo II, presenta una riflessione sulla «vocazione» del Mediterraneo a essere luogo di incontro e di scambio, prendendo in considerazione anche i progetti per un ulteriore sviluppo di questa «vocazione», progetti che si sono arenati di fronte alla nuova situazione geopolitica del Mediterraneo, senza però chiudere definitivamente la porta a nuovi progetti in grado di incidere in un’area molto più vasta di quella del Mediterraneo.
Per La tenda di Abramo abbiamo chiesto al padre cappuccino Roberto Tadiello, docente presso l’Istituto Laurentianum di Venezia, autore, tra l’altro, del recente volume Giona Profeta. Una salvezza per il pagano, il diverso e il nemico (Assisi, Cittadella, 2014), una lettura del capitolo 13 della Genesi in una prospettiva che aiuti a comprendere le radici profonde del dialogo tra le religioni, proprio a partire da una pagina delle Sacre Scritture sulla quale non sono mancate, nel corso della storia, visioni apologetiche e ideologiche che hanno ampliato fossati e accentuato motivi di divisione e risentimento.
Nelle Cronache si può leggere un resoconto di Thibault Yves Joannais su un convegno che si è svolto nel marzo 2014 a Lione sulla vocazione dei cristiani orientali, un tema di grande attualità soprattutto alla luce della condizione nella quale si trovano a vivere le comunità cristiane in Medio Oriente, per le quali papa Francesco chiede preghiera e sostegno, come ha ricordato anche nel messaggio che ha indirizzato a queste comunità in occasione del Natale. Nei Documenta vengono pubblicati il testo pronunciato da Valdo Bertalot, segretario della Società Biblica in Italia, in occasione dell’udienza concessa da Papa Francesco, il 29 settembre 2014, per la presentazione della nuova traduzione interconfessionale in lingua corrente della Bibbia, e la dichiarazione finale dell’incontro ecumenico di Tinos (4-10 agosto 2011) del Forum of European Christian Women.
Il 11 gennaio, quando questo volume era già stato chiuso, è scomparsa Cristina Masini Cherici, membro del Comitato Scientifico della Fondazione Giovanni Paolo II; a lei, così genialmente attiva nel campo della cooperazione e della solidarietà, Renato Burigana dedica un ricordo evocando i progetti promossi da lei e il suo amore per la Terra Santa.
Infine, anche questo numero, si conclude con la presentazione di alcuni volumi e nell’elenco dei volumi giunti alla redazione, per favorire una informazione su quanto viene pubblicato sul e per il dialogo tra le religioni, le culture e i popoli del Mediterraneo
Nel prossimo numero, per mancanza in questo, saranno pubblicati i contributi sulla storia della redazione del decreto Orientalium Ecclesiarum del concilio Vaticano II sulle Chiese greco-cattoliche, che sono stati annunciati in Un ponte dall’Oriente. Passato, presente e futuro del decreto Orientalium Ecclesiarum (Firenze, Fondazione Giovanni Paolo II, 2014), il quarto volume della Collana «Quaderni di Colloquia Mediterraneo», pubblicato per il 50° anniversario della promulgazione del decreto, dietro sollecitazione e con la guida di mons. Luciano Giovannetti, vescovo emerito di Fiesole, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II.