Colloquia Mediterranea 4.1

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16,00 € cad.
Nessun voto
Larghezza prodotto: 235 mm
Lunghezza prodotto: 165 mm
Altezza prodotto: 12 mm
Autore: Burigana Riccardo - Burigana RenatoBurigana Riccardo - Burigana Renato

«Colloquia Mediterranea», è la Rivista della Fondazione Giovanni Paolo II ed esce, regolarmente ogni sei mesi, cercando di aiutare e contribuire alla riflessione sul Mediterraneo. Ma questa rivista, è nata, cresce e raccoglie un sempre maggiore consenso perché essa è stata pensata e voluta, guidata e sorretta, dal presidente della Fondazione, mons. Luciano Giovannetti, vescovo emerito di Fiesole. Scriveva il vescovo nel primo numero della rivista, «la Fondazione Giovanni Paolo II vuole unirsi a coloro che, già da anni, riflettono sul tema del dialogo ecumenico, interreligioso e interculturale, contribuendo ad approfondire proprio la dimensione del dialogo, fondato sulla conoscenza dell’altro, così da sconfiggere quei pregiudizi che spesso impediscono a uomini e donne, di confessioni cristiane religioni, culture diverse di parlare del futuro da costruire insieme con la giustizia per la pace». Questo numero porta una data per noi significativa, come ogni numero della rivista, sabato 26 luglio 2014. Una data posticipata di qualche settimana rispetto alla sua effettiva chiusura, per questo non troverete riflessioni sulla storica visita di papa Francesco in Terra Santa. Nel secondo numero dell’anno troverete commenti e riflessioni su questo viaggio, che ha inteso «fare memoria» dello storico pellegrinaggio di papa Paolo VI, avvenuto dal 4 al 6 gennaio 1964. Abbiamo scelto la data del prossimo 26 luglio, perché in quel giorno mons. Giovannetti, compirà ottanta anni. Una data importante per lui, per le comunità che ha guidato, per i tanti amici che hanno avuto la fortuna di incontrarlo e di lavorare al suo fianco. Questa rivista, come la Fondazione, non ci sarebbero senza il suo sostegno, i suoi consigli, la sua preghiera, il suo impegno quotidiano. Dopo il suo pellegrinaggio in Terra Santa, dell’agosto del 1997, alla guida di oltre seicento fiesolani, è maturata la volontà in lui, e nelle persone che lui ha coinvolto, di essere «vicino ai cristiani del Medio Oriente non solo affettivamente, ma effettivamente», un slogan che è diventato l’impegno di centinaia di persone verso il Libano, la Siria, Israele e i Territori dell’Autorità Nazionale Palestinese, l’Iraq, il Centro Padre Nostro di Palermo. In questi anni molti sono stati i pellegrinaggi che il vescovo Luciano ha guidato in Terra Santa e la città di Betlemme è sempre nel suo cuore, perché è «là che tutti siamo nati». «Il pellegrinaggio con la scelta di fermarsi a Betlemme è motivato in modo particolare da quanto accadde il 24 agosto del 1997. Era una domenica sera, eravamo seicento pellegrini fiesolani, non era possibile entrare a Betlemme perché da quaranta giorni c’era il blocco totale. Arrivati a due chilometri da Betlemme, con la visione di uno splendido tramonto, siamo allora scesi dai dodici pullman e lungo la strada abbiamo celebrato la liturgia del Natale così come previsto dal programma. Mentre ci stavamo scambiando il segno della pace improvvisamente ci è stato concesso di poter entrare in città. Fu un momento molto importante, che ha lasciato un segno». A nome di tutto il Comitato di redazione, del Comitato scientifico, degli autori che scrivono su «Colloquia» intendiamo fare al vescovo Luciano gli auguri per il suo ottantesimo compleanno, assicurandogli che il nostro impegno non verrà mai meno, provando ogni giorno ad essere «servi inutili, ma operosi», ringraziando Dio, Padre buono e misericordioso, per aver dato a tutti noi il privilegio di essere suoi collaboratori. Questo numero si apre con un contributo di Theodoros Meimaris sulla risposta delle Chiese Ortodosse al documento The Nature and Mission of the Church della Commissione Fede e Costituzione; Meimaris, stretto collaboratore del Patriarca Ecumenico Bartolomeo, presenta i risultati della riunione della Commissione interortodossa, riunitasi a Aghia Napa (Cipro) nel marzo 2011 proprio per offrire una valutazione di un documento che affronta un tema, quello della dimensione missionaria della Chiesa, importante non solo per l’ulteriore sviluppo del dialogo ecumenico ma soprattutto per la vita stessa delle singole Chiese chiamate a confrontarsi con il comandamento di Cristo per una missione universale che deve tornare a essere centrale nel cammino ecumenico dei tempi presenti, tanto condizionati dai processi di globalizzazione. Il secondo articolo propone la ricostruzione di una stagione della vita di mons. Eleuterio Fortino che è stato, per anni, un punto di riferimento del dialogo cattolico-ortodosso a livello mondiale, per il servizio che egli svolgeva presso il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani; questo articolo fa parte di una più ampia ricerca di Tiziana Bertola, che collabora con il Centro Studi per l’Ecumenismo in Italia fin dalla sua fondazione, condotta nell’ambito del progetto di ricerca storico-teologica sulla Storia del Movimento Ecumenico in Italia. Con questa ricerca Tiziana Bertola vuole contribuire alla conoscenza di mons. Fortino attraverso una rilettura sistematica dei suoi numerosi interventi su «L’Osservatore Romano», che mostrano le difficoltà e le speranze del dialogo ecumenico, ponendo l’attenzione su quanto le comunità possano realmente contribuire al superamento degli ostacoli alla piena comunione con una testimonianza quotidiana di Cristo, Salvatore delle genti. Segue poi un articolo di Michele Giustiniano, giovane e brillante giornalista napoletano, impegnato in prima persona nel dialogo ecumenico e interreligioso nella sua città; in questo intervento, che riprende la tesi discussa per il Master in Dialogo interreligioso presso l’Istituto di Studi Ecumenici nell’anno accademico 2012-2013, Giustiniano propone un progetto con il quale favorire una migliore informazione religiosa nella prospettiva di promuovere la dimensione ecumenica della testimonianza delle singole comunità cristiane per una sempre maggiore unità e per un nuovo ruolo nella costruzione di un dialogo tra la Chiesa, le religioni e le culture. Di Teresa Scarso, che sta svolgendo un dottorato presso l’Università di Losanna e che ha già collaborato, in varie forme, con «Colloquia Mediterranea», viene presentata una riflessione sul rapporto tra Gesù e la preghiera nel mondo ebraico; la seconda parte di questo studio sarà pubblicata nel prossimo numero di «Colloquia Mediterranea» per proseguire l’approfondimento di una dimensione che tocca direttamente le origini del cristianesimo, dal momento che affronta la radice stessa della dottrina cristiana. L’articolo seguente vuole essere un omaggio alla figura di mons. Oscar Arnulfo Romero, vescovo di San Salvador, «Profeta e martire della Divina Provvidenza», come ha intitolato don Antonio Agnelli, presbitero della diocesi di Cremona, docente di teologia, che ha alle spalle anni di studio e numerose pubblicazioni su mons. Romero, del quale si attende la conclusione del processo canonico con il quale riconoscere pubblicamente una santità che per tanti costituisce, già, un punto di riferimento nel cammino di annuncio dell’Evangelo nelle periferie del mondo. Al Vaticano II, al quale «Colloquia Mediterranea» cerca di riservare sempre uno spazio nella consapevolezza della sua straordinaria attualità e della necessità di sempre nuove ricerche, è dedicato il contributo di Paride Stortini, che sta frequentando un dottorato a Chicago, dopo aver compiuto i suoi studi in Religioni orientali e in dialogo interreligioso a Venezia; con questo contributo Stortini si propone di favorire la conoscenza della partecipazione al Concilio Vaticano II di Doi Masatoshi, protestante giapponese, che prese parte al Concilio in qualità di osservatore, portando con sé l’esperienza di un dialogo tra cristiani e tra religioni, che ha costituito l’elemento centrale della sua testimonianza cristiana in Giappone, come Stortini mette bene in luce, lasciando intravedere quanto feconda potrebbe essere una ricerca per una ricostruzione complessiva di questa figura. Conclude questa parte un contributo di Paolo Ricci, membro del Comitato Scientifico della Fondazione Giovanni Paolo II, sull’approvazione definitiva del decreto 146/2013, impropriamente denominato «svuota carceri». Ne «La tenda di Abramo» viene pubblicata una riflessione di Maria Paola Rimoldi, che appartiene a una comunità pentecostale, sul rapporto tra la danza e i salmi nell’orizzonte di un dialogo ecumenico che si possa alimentare dalla continua scoperta del comune patrimonio della Parola di Dio, che sostiene i passi compiuti e da compiere verso l’unità visibile della Chiesa. Si deve a Maurizio Artale, a Maria Pia Avara e a Laura Stallone un intervento sulla cultura dell’accoglienza in un momento in cui in tanti tornano a bussare alle porte dell’Europa dalle sponde meridionali del Mediterraneo, che costituiscono solo l’ultima tappa di una fuga dalla povertà, dalla violenza e dalla morte con la speranza di trovare un futuro diverso da un presente tanto problematico; di fronte a questi uomini e a queste donne si deve costruire una cultura dell’accoglienza secondo l’insegnamento cristiano, così come ci ricorda papa Francesco, con tanta amorevole insistenza. Con la pubblicazione di queste pagine il Comitato di Redazione di «Colloquia Mediterranea» vuole contribuire a un dibattito che spesso rischia di essere offuscato da emergenze e timori, esprimendo al tempo stesso un grazie speciale per quanto il Centro di Accoglienza Padre Nostro di Palermo ha fatto in questi anni e continua fare con grande passione; queste pagine escono a pochi giorni dal primo anniversario della beatificazione di don Giuseppe Puglisi, del quale il Centro porta avanti le intuizioni profetiche. Nelle pagine dedicate alla condivisione di iniziative e di anniversari viene pubblicata una breve cronaca del convegno Dal Vaticano II: in dialogo con le religioni, che si è tenuto a Venezia, il 27 marzo 2014, promosso dall’Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino, nell’ambito di un percorso quadriennale di lettura e di commento dei documenti del Concilio Vaticano II. Si ha poi un ricordo di mons. Vincenzo Savio, salesiano, vescovo ausiliare di Livorno prima e vescovo di Belluno-Feltre poi, impegnato in prima persona nella ricezione dell’ecclesiologia del Vaticano II e nella promozione del dialogo, in occasione del decimo anniversario della sua prematura morte, avvenuta il 31 marzo 2004. Infine viene riproposta l’omelia pronunciata dal neo-cardinale Gualtiero Bassetti, a Perugia, nella celebrazione eucaristica per il suo ingresso nella Cattedrale di San Lorenzo a Perugia, il 23 febbraio 2014, il giorno dopo della cerimonia nella quale papa Francesco aveva imposto la berretta cardinalizia a mons. Bassetti. A lui, che da sempre sostiene e accompagna la Fondazione Giovanni Paolo II, va un grazie per l’esempio che per tanti è nel suo vivere, con sobrietà e chiarezza evangelica, il suo ministero episcopale con il quale annunciare Cristo al mondo con il pensiero sempre rivolto ad abbattere muri e a costruire ponti.
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