Colloquia Mediterranea 2.1

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16,00 € cad.
Nessun voto
Larghezza prodotto: 235 mm
Lunghezza prodotto: 165 mm
Altezza prodotto: 12 mm
Autore: Burigana Riccardo - Burigana RenatoBurigana Riccardo - Burigana Renato

In questi ultimi anni la Fondazione Giovanni Paolo II ha cercato di rispondere alla domande che provenivano, con sempre maggiore frequenza, dal Medio Oriente per un impegno quotidiano nella costruzione di un futuro di pace, fondato sul dialogo; tra le opere con le quali la Fondazione, grazie al contributo materiale e spirituale di tanti, ha voluto manifestare questo impegno, un posto del tutto particolare occupa la Cittadella dei giovani Giovanni Paolo II di Bagdad, che è in corso di completamento. Proprio con la Cittadella dei giovani Giovanni Paolo II si apre il terzo numero di «Colloquia Mediterannea» che pubblica alcune pagine del diario di mons. Rodolfo Cetoloni, vescovo di Chiusi-Pienza-Montepulciano: Padre Cetoloni è stato uno dei protagonisti di questo progetto, come di molti altri della Fondazione, fin dai primi passi, nell’agosto 2009, quando si è recato a Bagdad, insieme ad Angiolo Rossi, direttore della Fondazione, e al giornalista Fulvio Scaglione per testimoniare la vicinanza della Fondazione ai cristiani, ai musulmani, agli uomini e alle donne di Bagdad, in un tempo in cui tante erano le nubi che ancora si addensavano non tanto per il futuro dell’Iraq, ma soprattutto sul presente tanto incerto di quella terra, che per secoli era stata un luogo privilegiato di dialogo. Le pagine del diario rappresentano così una preziosa testimonianza di quei tempi e proprio per la loro ricchezza, sotto tanti punti di vista, il Comitato di redazione di «Colloquia Mediterranea» è particolarmente grato a mons. Cetoloni per aver accolto l’invito a pubblicarle in questo numero nel quale ampio spazio è dedicato al presente e al futuro del Medio Oriente. Di seguito viene pubblicato un testo del padre francescano Massimo Pazzini, decano dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, che, a partire dall’ultimo libro di Vannino Chiti, offre una suggestiva e stimolante riflessione sullo stato del dialogo interreligioso in Terra Santa. Su questo tema, tanto importate per il superamento di pregiudizi e diffidenze, nelle Cronache si possono leggere il discorso di Luigi Bobba in occasione della festa del 1° maggio a Betlemme e, soprattutto, l’intervento di Abuna Ibrahim Faltas, pronunciato dal padre francescano per il 10° anniversario dell’assedio della Basilica della Natività; della resistenza a quell’assedio padre Ibrahim è stato l’anima, mostrando al mondo come i cristiani possano essere «lievito di pace». Di questa straordinaria esperienza padre Ibrahim ha voluto condividere ricordi e speranze, ponendo in particolare evidenza il sostegno che Giovanni Paolo II volle dare a quanti vissero l’assedio, con la pubblicazione di un volume al quale «Colloquia Mediterannea» dedicherà uno spazio particolare nel prossimo numero. Sulla dimensione del dialogo interreligioso in rapporto alla globalizzazione viene pubblicato un intervento di padre Hermann Schalück durante la riunione del Comitato Scientifico della Fondazione Giovanni Paolo II, lo scorso novembre a Firenze, mentre Andrea Bonesso, che si sta specializzando presso l’Istituto di Studi Ecumenici di Venezia, propone una ricognizione sulle «radici» della dichiarazione Nostra aetate sulle religioni non-cristiane del concilio Vaticano II, prendendo in esame alcuni «vota» dei vescovi, redatti nella Fase Antepreparatoria (1959-1960) del Vaticano II, quando Giovanni XXIII volle chiedere ai vescovi, ai superiori degli ordini religiosi, alle istituzioni accademiche e alle Congregazioni romane proposte e suggerimenti per il concilio, del quale quest’anno viene ricordato il 50° anniversario dell’apertura. Delle tragiche vicende della comunità ebraica in Albania, durante la seconda guerra mondiale, e delle difficoltà che hanno accompagnato la memoria di questa tragedia, si occupa Lino Zonzini in un saggio ricco di riferimenti documentari e bibliografici, con degli interessanti rimandi alle notizie presenti in rete. Sulla storia del dialogo ecumenico in Italia scrive Tiziana Bertola, soffermandosi sul dibattito che ha accompagnato la traduzione interconfessionale di un passo evangelico (Matteo 16,18), tanto significativo, per una riflessione ecumenica che si proponga di favorire il cammino dei cristiani verso la piena e visibile unità della Chiesa nella diversità. Questo articolo si segnala anche per l’uso di documenti inediti, che sono stati consultati nel Centro Studi per l’Ecumenismo in Italia, che è ospitato nei locali della sede della Fondazione Giovanni Paolo II, a Venezia, presso l’Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino. Accanto alle rubriche, La tenda di Abramo e Una finestra sul Mediterraneo, che in questo numero ospita una riflessione di Vannino Chiti, vicepresidente del Senato, sulla sua recente esperienza di incontri e di dialogo in Terra Santa, si è deciso di aprire una nuova rubrica, Documenta, nella quale offrire dei testi per una comune riflessione sui passi compiuti, talvolta con fatica, ma sempre accompagnati dalla gioia della condivisione. Il primo documento proposto è il comunicato finale dell’assemblea delle comunità evangeliche del Medio Oriente che si è svolta lo scorso febbraio a Beirut, proprio per rilanciare il ruolo dei cristiani quali testimoni e costruttori di pace. All’impegno per il futuro dei cristiani, in particolare degli evangelici, sono dedicate le pagine del pastore Thomas Wipf, sulla prossima assemblea, prevista per settembre a Firenze, della Comunione delle Comunità Protestanti in Europa, del quale Wipf è il presidente. Un anno fa, a Firenze, nella sede dell’Istituto degli Innocenti, vedeva la luce il primo numero della rivista «Colloquia Mediterranea». Essa voleva essere una palestra, un luogo virtuale dove riflettere e dibattere di problemi, tensioni, ma anche gioie e speranze del Mediterraneo. Un mare che può giocare un ruolo importante negli scenari di pace e di sviluppo dell’intero pianeta. Ma il Mediterraneo è certamente il mare che tutti noi viviamo, quotidianamente. In questi dodici mesi molte cose sono successe, molti giovani hanno fatto sentire la loro voce. «Colloquia Mediterranea» esce due volte all’anno, con studi e ricerche proprio per aiutare nella riflessione, speriamo, per costruire tutti insieme un mondo migliore, più giusto, equo e solidale. Una rivista che idealmente intende legare le diverse «rive» di questo mare bellissimo. Un mare, con l’acqua blu, come si può ammirare dalle lunghe spiagge di Tel Aviv o dalle frastagliate coste libanesi.
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